BALLATA - ERICE


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BALLATA - ERICE | Ballata Frazione del Comune di Erice

Ballata Frazione del Comune di Erice

BALLATA

Piccola frazione del comune di Erice, posta ai piedi di una collina, a metri 237 a.l.m. e a 20 km dalla vetta di Erice, conta 600 abitanti.

L’economia è prevalentemente agricola e costituisce la principale risorsa dei ballatesi.

Il piccolo centro abitato di Ballata nacque circa 350 anni addietro, all’ombra di un castello costruito tra il 1100 e il 1200, il cui nucleo più antico ed importante è una torre centrale normanna, della quale oggi rimangono solo le strutture portanti.

Stando alle versioni di illustri storici, quali, il Carvini, il Castronovo, il Cordici e il coevo Vincenzo Adragna, il "feudo” di Ballata era una piccola "parecchiata" del grande feudo di Regalbesi, uno dei 14 feudi del Comune di Monte San Giuliano, proprietario di esso già dal 1409 ed ancor prima (nel 1241, col general parlamento di Foggia, l’imperatore Federico di Svevia assegnò le terre ai Sindaci e ai Procuratori di Monte San Giuliano).

Il feudo di Regalbesi aveva una estensione di 420 ettari e costituiva un vanto per gli Ericini, in quanto era il più fertile e quindi da esso si traevano maggiori profitti.          Nel 1773, il feudo venne dato in enfiteusi, poiché il Comune era gravato da grandi tasse regie e quindi, necessitò la sua vendita. Fu in quella occasione, sicuramente, che sono inserite le nobili famiglie delle quali si è fatto cenno precedentemente. Nel censimento del 1871, il casale Ballata contava 140 abitanti agglomerati, ben 1073 nelle circonvicine case sparse, 964 nel già cospicuo e ridente nucleo di Pianoneve e 76 in quello di Bruca, per un totale di 2253 abitanti, che nel 1901 aumentavano a 3611.

Dell’assistenza medica, solamente dopo il 1882 si nominava un medico condotto per le frazioni di San Marco, Ballata, Buseto, Bonagia e Sant’Andrea e si può bene intendere quanto efficace e soddisfacente potesse risultare la presenza di un solo medico per ampia condotta (che oggi abbraccerebbe la giurisdizione di ben tre comuni), mal servita ancora da strade non rotabili e, che presentava ancora contrade raggiungibili forse solamente a cavallo se non a piedi.

Nel 1909, considerata finalmente l’estensione della condotta, fu aggiunto nel ruolo un secondo medico; così, nel 1911 avvenne l’istituzione di una nuova condotta medica a Ballata. L’istruzione elementare rurale cominciava ad esser avviata nel 1866, con una scuola maschile, estesa nel 1896 a Finocchio Carnevale e a Tangi.

Sotto il fascismo, mentre contrade come Buseto, san Marco, Napola, Lenzi, venivano dimenticate, forse anche per punire qualche contadino della sua fede politica, Ballata ebbe il suo meraviglioso edificio scolastico (di recente ristrutturato).

 

CASTELLO E BAGLIO

Il “Baglio”, che chiude a difesa il castello, fu costruito nell’anno 1603, come dimostra una data incisa su una pietra dello stipite di una porta dell’interno. Subito dopo quella data, s’iniziò a formare il primo embrione di vita, con stanziamenti definitivi e progressivi con gli anni.

La famiglia proprietaria del Castello e del Feudo limitrofo apparteneva al “nobile casato degli Staiti”, ai quali - con matrimoni ed eredità - si sono succeduti i “Platamone”, i “Maurigi” ed attualmente la famiglia “Zagarella” ne tiene l’eredità per successione matrilineare. Un attento visitatore che arriva da Torretta, o da Tangi, o da Pianoneve non può sottrarsi dall’osservare questo venerando “Maniero”, che sovrasta maestosamente l’abitato di Ballata.

La parte centrale del Baglio ci evidenzia l’imponenza della grande “corte”, al centro di essa è situato un pozzo sorgivo e tutt’intorno si affacciano gli usci delle abitazioni e dei magazzini. Sul lato nord-ovest si può ammirare la parte padronale che sorge sulla torre normanna; sul muro di essa notiamo una insegna araldica in terracotta smaltata, nonché il blasone nobiliare della “famiglia”. Sul lato nord è riscontrabile una torretta cilindrica interamente ricostruita agli inizi degli anni sessanta; sul tetto uno stendardo di piccole dimensioni in ferro.

La facciata principale del castello è esposta a nord-ovest. Nella prima sopraelevazione si affaccia un balcone che ci conferma il periodo di quella costruzione squisitamente spagnola; il balcone è in ferro battuto semplice, ma austero nella sua sobrietà.

Una vecchia leggenda narra che per diventare immortale bisognava vendere l’anima al diavolo, tagliarsi le vene e conservare il sangue in una bottiglia e metterlo in una buca piena di letame, per la durata di nove mesi. Il Marchese Maurigi prima di morire cercò di realizzare l’incantesimo e così scrisse 12 lettere da spedire alla moglie trasferita in Germania.

Mensilmente, il custode del castello in ordine di priorità doveva spedire le lettere, ma dopo alcuni mesi il custode sbagliò, non rispettando l’ordine di spedizione. Insospettita la moglie del Marchese, venuta a Ballata scoprì il segreto del marito, estrasse la bottiglia con il sangue sotterrato e annullò il patto che il marito aveva fatto con il diavolo.

Distaccata di circa 30 metri dal castello, riscontriamo una piccola cappella del “Santo Spirito”, che porta la data del 1676; in essa venivano celebrate le funzioni religiose della domenica e delle principali ricorrenze festive.

La cappella testimonia la grandezza del castello e l’importanza che rivestiva nella comunità locale di allora; al suo interno, possiamo trovare qualche frammento di affresco antico (perduto dall’incuria dei predecessori e del tempo stesso), moderno ( realizzato da Fabrizio Zagarella) che raffigura la discesa dello Spirito Santo.

 

CHIESA MARIA S.S. DI TRAPANI – BALLATA

Nelle vicinanze del castello, esiste una chiesa che risale al 1857, che custodisce una statuetta della Madonna di Trapani, risalente alla fine del ‘700, donata dalla famiglia D’Alì.

Tra le tante manifestazioni religiose, ricordiamo la Processione(del 16 Agosto), per le vie del Paese, della Madonnina, trasportata con una “vara” a spalla.

Attualmente, un’iniziativa, proposta dal comitato cittadino e dal Parroco Padre Giovanni Mucaria, ha permesso la realizzazione di due coroncine in “oro, argento e corallo”(pezzi assolutamente unici), che sono servite ad incoronare il Bambinello e la Vergine Santissima, con una solenne celebrazione (07 Ottobre 2006), presieduta da sua Eccellenza Mons. Francesco Miccichè.

Molte sono state le presenze registrate, sia di fedeli, sia di autorità, tra le quali ricordiamo: il Sindaco di Erice del tempo, Ignazio Sanges, il Colonnello Della Caserma Giannettino Paolo Filippo Tattoli, il comandante di stazione della caserma di Buseto B. Cannas, ed una rappresentanza della marina.

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